Cgil, Cisl, Uil, Associazione Nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re, Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa – Onlus, Udi Nazionale, Pangea, Rete per la Parità chiedono a Governo e Parlamento di rendere “immmediatamente” operativo il Piano strategico per la lotta alla violenza maschile sulle donne adottato per il triennio 2017 – 2020, approvato in Conferenza Stato-Regioni e finanziato nella legge di stabilità, “che a tutt’oggi non decolla”.
“Ventiquattro donne uccise vittime di femminicidio dall’inizio del 2018, quella che nel nostro Paese si configura come una vera e propria mattanza prosegue al ritmo di una donna ammazzata ogni 24 ore nelle ultime settimane” si legge in una nota congiunta di sindacati ed Associazioni. “Lo scorso 25 novembre – ricordano – i giornali titolavano Via libera al Piano antiviolenza. A distanza di 4 mesi, con un femminicidio ogni due giorni quel Piano, frutto di un lungo confronto tra società civile, varie associazioni di donne, sindacati, ministeri e istituzioni, e che porta con sé la novità di un intervento finalmente strutturale sul tema, non è però ancora operativo. Il Piano strategico del governo per la lotta alla violenza maschile sulle donne adottato dal Governo per il triennio 2017 – 2020, approvato in Conferenza Stato-Regioni e finanziato nella legge di stabilità, a tutt’oggi non decolla.
Al Governo e al Parlamento chiediamo dunque di renderlo immediatamente operativo, predisponendo le risorse economiche dedicate e rendendole immediatamente esigibili per la sua attuazione. Perché in una situazione drammatica come quella italiana, dove molto si dice e poco si riesce a fare per contrastare concretamente la disparità di potere tra uomini e donne, alla radice del fenomeno della violenza, attendere ulteriormente è un fatto gravissimo.
Lo Stato italiano, inoltre, che ha ratificato la Convenzione di Istanbul, ha l’obbligo di rendere operativo il Piano strategico e di muoversi con la dovuta diligenza da parte di tutte le articolazioni istituzionali coinvolte nel Piano stesso. Le donne non devono ancora subire violenze in attesa che tutti facciano quanto prescritto dal piano e che le azioni discusse e condivise trovino attuazione”.