Riello Spa: presentato il piano industriale 2015


Previsti 71 licenziamenti e chiesto il taglio dello stipendio ai dipendenti

Mercoledì 21 gennaio, presso le Associazioni Industriali si è tenuto l’incontro in cui la direzione aziendale ha presentato alle rappresentanze sindacali il Piano Industriale 2015 – 2019.
Riello spa è gruppo industriale della termo meccanica che fattura in media più di 500 milioni annui e che ha chiuso il 2014 sotto questa cifra. L’asset aziendale comprende stabilimenti a Lecco, Morbegno (So), Piombino Dese (Pd), Volpago (Tv), Torun (Polonia), Cina e a S. Pietro di Legnago dove oltre che esserci il sito produttivo dei bruciatori sono presenti gli uffici direzionali di tutto il gruppo. Nel 2014 gli addetti complessivi erano 998 di cui 448 nel sito di Legnago.
In questi ultimi anni l’azienda per far fronte alla crisi di mercato ha utilizzato cassa integrazione ordinaria e attivato mobilità volontaria in tutti i siti italiani.
Per far fronte ad una pesante situazione finanziaria, a settembre del 2013, il gruppo aveva iniziato una trattativa di vendita con il gruppo tedesco Viessmann. Facevano parte dell’ipotesi di cessione l’area delle caldaie murali con il marchio Beretta, Sylber e Vokera. L’operazione sembra ormai ad un epilogo negativo.
Il 21 gennaio l’azienda ci ha presentato il Piano Industriale che prevede il mantenimento dell’asset aziendale sia i siti che i marchi commerciali. Prevede per i prossimi cinque anni investimenti di circa 22 milioni di euro per rilanciare i prodotti e investire in ricerca. Si prevede inoltre che in cinque anni il gruppo ritorni a fatturare più di 530 milioni di euro.
Accanto a questi propositi di ripresa industriale ci è stato anche comunicato che, per mantenere un equilibrio economico finanziario, nell’immediato sarà necessario tagliare il personale e le retribuzioni. Nello specifico sono stati annunciati 71 esuberi nel sito di Legnago e disdettati accordi aziendali su parte economica per un importo complessivo annuo lordo di 6000 euro per dipendente.
Noi abbiamo respinto i licenziamenti perché crediamo che attraverso l’utilizzo del contratto di solidarietà (ammortizzatore sociale) si possa mantenere l’attuale forza lavorativa, senza pesare totalmente sui costi aziendali, e mantenere professionalità che possono essere recuperate nei prossimi cinque anni, quando, a detta della stessa direzione aziendale attraverso il Piano Industriale, si dovrebbe tornare a volumi di fatturato ante crisi del 2012.
Lunedì 26 gennaio faremo un’assemblea per poter discutere quanto presentato dalla direzione aziendale con le lavoratrici e i lavoratori e valutare eventuali azioni da intraprendere.


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