I dati a disposizione sono aggiornati al 30 aprile 2011 e oltre a rappresentare il primo quadrimestre hanno valore per un terzo dell’anno in corso.
Il tasso d’occupazione nel Veneto è rimasto piuttosto stabile: dal 50,8 % del 2009 al 50,5% del 2010. A Verona si è passati dal 53,1 del 2009 % al 53,7 % nel 2010. Variazione modesta ma positiva considerando il contesto regionale.
Sempre nel 2010 il tasso di disoccupazione è aumentato di un punto percentuale nel Veneto, passando dal 4,8 % del 2009 al 5,8 % del 2010. A Verona è rimasto stabile al 4,7 %. Questo è un ulteriore elemento di stabilità occupazionale che la nostra provincia ha dimostrato rispetto al Veneto.
Sempre mantenendo il confronto Verona con il Veneto: nel primo quadrimestre 2011, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a Verona i licenziamenti sono aumentati del 12,4 %, meglio nel Veneto dove sono aumentati “solo” del 8,1%. Questo è dovuto alla conclusione dell’utilizzo del periodo massimo di cassa integrazione senza che ai lavoratori sia data la possibilità di essere inserirti all’interno di altre attività produttive.
A Verona c’è un altro elemento negativo, nel primo quadrimestre 2011 ed è il bilancio tra le imprese attive e le imprese cessate: le attività manifatturiere perdono complessivamente il 2,7 % di presenza nella provincia, mentre nel Veneto il calo è dell’1,4 %.
In particolare sofferenza appaiono le imprese di costruzioni edili dove nel primo quadrimestre ’11 le cessazioni sono state 723 con un meno 2,43 % e il settore del legno/mobili con un meno 7,6%.
Mentre continua la controtendenza, fornendo dei dati positivi, le attività del terziario: più 2,1% i servizi alle persone, più 2,3 % i servizi alle imprese e più 1,8% per alloggi e ristorazione.
Le aziende coinvolte in aperture di crisi a Verona nel primo quadrimestre 2011 sono state 40 contro le 38 dei primi 4 mesi del 2010 con un aumento del 5,3%. Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti in processi di crisi nella nostra provincia nel corso dei primi 4 mesi del 2011 sono stati 983 mentre nel 2010 nello stesso periodo erano 478 con un aumento del 105,6%. Nel Veneto le crisi aziendali al 30.4.2011 sono state 415 contro le 505 dello stesso periodo del 2010 e i lavoratori coinvolti 7.077 contro i 10.348 dell’anno prima con una riduzione del 31,6 %.
I dati sopra riportati stanno a indicare che, come abbiamo già avuto modo di dire, la provincia di Verona nel 2010 ha risentito meno la crisi rispetto alle altre provincie del Veneto.
Il primo quadrimestre 2011 dimostra che la crisi non è finita ma ci stiamo strutturando in una situazione economica e occupazionale verso il basso con una stagnazione di crescita occupazionale.
Inoltre il dato oltre modo negativo, del saldo tra le aziende iscritte e quelle cessate, dimostra scarsa fiducia nella ripresa e un atteggiamento di attesa rispetto ad un futuro ancora incerto. Il numero massiccio dei lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali potrebbe non preoccupare se a questi fosse fornito un mercato del lavoro in grado ricollocarli in tempi brevi. Purtroppo stante l’attuale situazione è pensabile che con il finire della Cassa integrazione finisca anche l’unica, “pochi e maledetti”, fonte di reddito.
Purtroppo, pare che, nelle stanze alte della politica siano preoccupati di altro. Che altri siano i problemi da dover affrontare. L’occupazione, l’economia e il bene comune delle persone sembrano argomenti che si dovranno risolvere da soli senza interventi in grado di facilitare gli investimenti produttivi, la riqualificazione professionale, l’inserimento dei giovani in lavori stabili, la maggior partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.
I have e dream diceva Obama in campagna elettorale, anch’io ho un sogno ed è che si parli di lavoro e che si decida, presto, una politica finalizzata alla ripresa produttiva per il benessere di tutti e in particolare per il futuro dei giovani, dei nostri figli.
Massimo Castellani
Segretario Generale Cisl Verona
i dati provengono dalle seguenti fonti : ISTAT, Veneto Lavoro, INPS