L’intervista al Presidente degli industriali veronesi Andrea Bolla, pubblicata alcuni giorni fa sul quotidiano l’Arena, è in molti punti condivisibile e apprezzabile, anche nel tralasciare, tra le difficoltà delle imprese, il costo del lavoro o come viene spesso definito la rigidità dei rapporti di lavoro.
Questo è elemento apprezzabile in quanto per molti, troppi anni, si è voluto scaricare sui lavoratori il peso delle difficoltà.
La deindustrializzazione generalizzata del paese e in modo particolare della nostra provincia deve però preoccuparci molto.
Non è pensabile un’economia forte, stabile per la garanzia del bene comune, senza le industrie, senza la produzione di beni materiali, Noi, Italia, che da sempre siamo un paese di trasformazione.
Sicuramente qualche responsabilità c’è anche tra gli imprenditori che non hanno voluto, negli anni, investire per incrementare, diversificare e innovare la produzione, ma hanno preferito portare le lavorazioni in altri paesi o peggio cessare l’attività e dedicarsi ad altri interessi.
Condivido con Bolla che questo nostro paese Italia è da ricostruire dalle fondamenta partendo dal senso civico dei cittadini individuando nell’etica il riferimento al quale tutti dobbiamo tendere.
Oltre ad aver perso il legame tra etica ed economia, l’individualismo anche associativo ha reso i rapporti formalmente rispettabili ma spesso privi di un progetto pensato e costruito assieme.
Noi, se pur in ambiti diversi, siamo stati chiamati a svolgere il nostro ruolo a Verona per la comunità veronese e le difficoltà espresse da Bolla non credo siano superabili individualmente ma solo attraverso un percorso di corresponsabilità tra tutti i soggetti sociali che lo vorranno condividere per il bene di Verona e quindi contribuire alla crescita del paese Italia.