Anche Cisl Verona dà risalto al documento della Segreteria confederale Cisl che esprime le proprie valutazioni in merito alle decisioni introdotte nella manovra finanziaria che viene posta, oggi, alle dichiarazioni di voto e per la quale il Governo ha chiesto la questione di fiducia.
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Documento Segreteria Confederale Cisl su manovra finanziaria
Nonostante la gravità della situazione economica e finanziaria del nostro Paese, nonostante l’appello del Presidente della Repubblica e della Banca Centrale Europea a prendere urgentemente i provvedimenti necessari alla riduzione del debito pubblico con una condivisione istituzionale e sociale, il Governo, dopo settimane di incertezza e confusione, ha deciso di approvare la manovra finanziaria con il voto di fiducia al Senato e alla Camera, sulla base di una nuova modifica del provvedimento decisa nella notte con un maxiemendamento.
E’ una decisione che la Cisl non condivide perché in palese contrasto con la necessaria coesione istituzionale sempre sollecitata dal Capo dello Stato e perché impedisce il necessario rafforzamento della manovra sotto il profilo della equità sociale e dell’efficacia. In merito alle ultime modifiche decise la Cisl esprime la propria contrarietà sull’età pensionabile delle donne nel privato all’ulteriore avvicinamento al 2014 della partenza del percorso che porterà nel 2026 alla parificazione.
La reintroduzione del contributo di solidarietà sui redditi più alti, sollecitata fortemente dalla Cisl, è purtroppo fortemente depotenziata dall’aver alzato a 300.000 euro il tetto da cui parte la tassazione aggiuntiva del 3%, mentre risulta totalmente assente la tassazione dei patrimoni immobiliari.
La scelta di aumentare l’Iva dal 20% al 21 %, sia pure limitata solo all’aliquota più alta, graverà sulla capacità di spesa dei redditi più bassi, senza che ci sia la necessaria contropartita della riduzione del carico fiscale su lavoratori e pensionati.
Nonostante l’azione della Cisl abbia permesso di ottenere alcune significative modifiche dell’impostazione originaria relative
– alla sostanziale salvaguardia del sistema previdenziale, respingendo tentativi reiterati di appesantimento ai danni dei lavoratori dipendenti;
– al recupero del provvedimento sulla decurtazione della 13 mensilità per i dipendenti pubblici;
– a misure fiscali come la tassazione al 20% delle rendite finanziarie e un maggiore contrasto all’evasione, con la riduzione della soglia della tracciabilità, la tassazione delle società di comodo e maggiori poteri agli enti locali contro l’evasione immobiliare;
– alla modifica dell’articolo 8 stabilendo la priorità degli Accordi Interconfederali relativamente ai contratti aziendali e territoriali, garantendone l’efficacia a tutti i lavoratori anche rispetto a veti e ricorsi giudiziari ed eliminando il pericolo che sindacati di comodo potessero ridurre le tutele contrattuali e legislative dei lavoratori;
– a prime misure di riduzione dei costi impropri della politica e degli assetti istituzionali, con il provvedimento costituzionale di eliminazione delle Province e con un avvio, peraltro troppo timido, della liberalizzazione dei servizi pubblici locali e delle professioni.
Il giudizio sulla manovra finanziaria rimane negativo soprattutto per la mancanza di misure adeguate sul piano dell’equità nei confronti dei redditi più alti, per la riduzione troppo blanda dei privilegi della politica e del costo degli assetti istituzionali per la mancata tassazione, dei patrimoni immobiliari e mobiliari, più alti.
Pertanto, anche dopo l’approvazione della manovra, continuerà l’impegno della Cisl, con proposte e mobilitazioni a livello nazionale e territoriale affinché:
– venga discussa e approvata al più presto in Parlamento la delega per la riforma fiscale per ridurre le aliquote sui redditi più bassi e sulle famiglie;
– venga introdotta una tassazione sui grandi patrimoni immobiliari e mobiliari finalizzata ad una più rapida riduzione del deficit e, sul piano europeo, la tassazione delle transazioni finanziarie finalizzata a creare un Fondo per lo sviluppo;
– il reperimento delle risorse necessarie al pareggio di bilancio nel 2012 previste in 20 miliardi, avvenga senza danneggiare la tutela sociale ed assistenziale delle persone, ma tagliando i privilegi della politica, le inefficienze, gli sprechi e gli abusi della spesa pubblica, semplificando e riorganizzando gli assetti istituzionali;
– per una lotta più forte all’evasione fiscale si riduca a 500 euro la tracciabilità dei pagamenti, si introduca il contrasto di interessi e la deduzione fiscale delle spese delle famiglie, si migliori gli strumenti anti‐evasione degli enti locali;
– venga rilanciata una politica per la crescita che, con l’impegno e la responsabilità diretta delle parti sociali, veda il Governo e le Regioni maggiormente impegnate all’utilizzo immediato delle risorse disponibili per gli investimenti pubblici su infrastrutture, reti energetiche, innovazione, nel Mezzogiorno per incentivare investimenti privati e nuova occupazione, per accompagnare la proroga degli ammortizzatori sociali con un
deciso rilancio delle politiche attive per il reimpiego dei lavoratori in Cig e per sbloccare l’occupazione giovanile.