Quella dei voucher è una delle rare voci di successo nel mondo del lavoro in questi anni di crisi. Nati con la Riforma Biagi del 2003, i «buoni lavoro» avevano il compito di favorire l’occupazione mettendo un freno al lavoro nero. Dopo una partenza in sordina iniziata nel 2008, in Italia l’utilizzo di questo strumento è aumentato a ritmo costante fino a impennarsi negli ultimi tre anni, quando si è quasi triplicato, fino a sfiorare nel 2014 i 70 milioni. Significa che in sei anni il numero di voucher è aumentato di 129 volte. Prendendo come riferimento i «buoni lavoro» da 10 euro lordi (7,50 dei quali netti e destinati al lavoratore), secondo la Felsa Cisl del Veneto sono stati quasi 10 milioni quelli venduti lo scorso anno nella regione ai fini della remunerazione delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio: il 65% in più rispetto al 2013. Dall’anno della loro introduzione sono stati oltre 23 milioni quelli acquistati in Veneto, regione che si colloca così al secondo posto in Italia.NEL VERONESE. E a Verona? La Felsa, basandosi sul numero di voucher in carico alle sedi provinciali dell’Inps, stima che dal 2008 ne siano stati venduti 5 milioni, pari a circa il 22% di quelli complessivamente venduti in Veneto. Solo nel 2014 sono stati oltre 2 milioni i voucher acquistati nel Veronese. «Questo strumento», commenta Emiliano Galati, segretario della Felsa Cisl Veneto, «è nato per assicurare ai privati la possibilità di “comprare” un aiuto per lavori stagionali e consentire alle imprese una flessibilità, quasi in tempo reale, utile a tappare improvvisi “buchi” organizzativi o a rispondere prontamente a picchi di attività, con trasparenza fiscale, previdenziale e assicurativa. Resta da monitorare con attenzione l’uso dello strumento evitandone l’abuso sotto forma di lavoro dipendente mascherato». Al contrario, un utilizzo attento può garantire ai giovani l’opportunità di un’esperienza lavorativa, sia pure di breve durata.L’uso dei voucher nella provincia di Verona segue i trend sottolineati, a livello nazionale, dalla recente indagine condotta dal Centro Studi della Cna, su dati Inps. Se nel 2008 quattro fruitori su cinque erano maschi con un’età media di 61 anni, mentre le donne erano poco più giovani, 56 anni e mezzo, da due anni a questa parte nel mercato dei «buoni lavoro» sono entrati i giovani e, soprattutto, le giovani. SCENDE L’ETÀ MEDIA. La fotografia scattata nel 2014 mostra infatti un’età media calata a quasi 38 anni per gli uomini e a 34 anni e mezzo per le donne, arrivate al 52% del totale. In sei anni sono cresciute 97 volte, gli uomini si sono fermati a 25. Commercio, servizi e turismo, i settori dove i voucher sono più utilizzati.
(L’ARENA, 19.08.2015)
Di Francesca Lorandi