La Segreteria UST CISL Verona, dopo aver recepito il dibattito all’interno dell’esecutivo, riunito in data 22 luglio 2011, ribadisce le proprie considerazioni sulla manovra finanziaria del 2011. Nel condividere la necessità di raggiungere l’obiettivo inderogabile dell’azzeramento del deficit di bilancio nel 2013-2014, come indicato dall’UE e assunto dall’Italia nel Documento Economico Finanziario (DEF) di primavera, ritiene che la manovra da poco approvata, urgente e necessaria per evitare pesanti speculazioni finanziarie, è da considerarsi nel suo insieme tardiva, iniqua e inefficace per una fattiva ripresa economica del paese. In modo particolare vengono sottolineati negativamente i seguenti punti.
Spesa sociale.
I tagli alle Regioni, ai Comuni e Provincie, di 3,2miliardi nel 2013 e ulteriori 3,2 miliardi nel2014 se sommati a interventi già previsti, da provvedimenti precedenti, vengono meno per gli Enti Locali, 14,900 miliardi di euro dal 2014. A pagarne le conseguenze saranno sempre “gli stessi”, i lavoratori, i pensionati, le figure più deboli della società.
Pensioni.
L’ennesimo intervento al sistema delle pensioni porterà a 65 anni l’età pensionabile per ledonne del settore privato a partire dal 2032. Dal 2013 al 2016 l’età pensionabile crescerà di 3 mesi ogni anno, dopo il 2020 fino al 2030 di 4 mesi e, dopo il 2030 si torna ai 3 mesi per arrivare, nel 2050, quando serviranno 70 anni di età per andare in pensione e più di 66 anni di età se si saranno raggiunti anche i 35 anni di contributi. Inoltre, a solo scopo di rinviare la spesa e penalizzare i lavoratori, le pensioni decorreranno dopo 12 mesi da quando si saranno raggiunti i requisiti e 18 mesi per i lavoratori autonomi. Rimane sempre l’incognita sul futuro del sistema previdenziale in Italia, con un’aspettativa di vita a 88 anni il problema non è solo il poter andare in pensione a 65, ma avere dopo 40 anni o più di contributi una pensione di poco superiore a quella sociale.
Fisco.
Gli interventi sul piano fiscale non possono essere condivisi poiché la legge prevede che, seentro settembre 2013 non verrà esercitata la delega alla riforma fiscale, le detrazioni attualmente esistenti subiranno un taglio lineare del 5 % nel 2013 e del 20 % nel 2014. Si tratta di esenzione per i figli a carico, spese mediche, istruzione, asili nido, ristrutturazioni edilizie per un incremento medio della tassazione di euro mille in due anni per ogni lavoratore o pensionato. Sempre sul piano fiscale vengono confermati gli aumenti per le accise dei carburanti. Non viene presa in considerazione dalla manovra la tassa sui patrimoni, gli interventi sull’evasione fiscale e soprattutto gli incentivi per finanziare le infrastrutture necessarie a far ripartire il Paese.
Dipendenti Pubblici.
Ancora una volta s’interviene sui pubblici dipendenti, ma non sulle cause degli sprechi e delmal funzionamento delle pubbliche amministrazioni. Si prolunga quindi lo stop al CCNL anche al 2014, si blocca il turnover e si prevedono tagli di 5 miliardi ai Ministeri, in relazione all’adozione dei costi standard negli enti locali. Inoltre si riconferma la propria insoddisfazione rispetto al modesto ed insufficiente intervento di riduzione dei costi della politica che avrebbe consentito una maggiore equità della manovra, togliendo in questo modo.
Tutto questo considerato: si ritiene che solo attraverso
- la riforma istituzionale con l’abolizione delle Provincie e l’accorpamento dei piccoli Comuni,
- l’aggregazione delle società municipalizzate, l’introduzione dei costi standard nella spesasociale e sanitaria, l’aggressione alle inefficienze e sprechi nella Pubblica Amministrazione salvaguardando i servizi essenziali delle prestazioni,
- il contrasto alla evasione fiscale coinvolgendo gli enti locali,
- la tassazione da subito delle rendite finanziarie al 20%,
- l’avvio con decisione di un percorso per le liberalizzazioni, superando le attuali rendite di posizione,
si potrà essere in grado di trovare le risorse necessarie per ridurre il debito pubblico senza azioni inique e vessatorie nei confronti delle fasce deboli della società. Inoltre, riteniamo sia necessario ripartire con politiche di sviluppo anche con il pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione dall’UE, spesso inutilizzate per incapacità progettuale. Per fare tutto questo serve una classe politica autorevole e determinata che abbia a cuore il futuro del Paese. Serve la consapevolezza da parte di tutti della drammatica situazione che l’Italia sta attraversando. La CISL di Verona si opererà per organizzare presidi e manifestazioni sul territorio pur continuando a portare avanti le proprie proposte in modo costruttivo.