Ieri in Consiglio Regionale è iniziato l’iter di approvazione del nuovo piano socio sanitario regionale. Si tratta del più importante intervento di programmazione della nostra regione sia sotto il profilo economico ( oltre 70% dell’intero budget regionale ) sia per le forti implicazioni sociali ad esso collegate.
L’equazione da risolvere è quella di riuscire a coniugare tre grandi questioni : rendere accessibile a tutti l’enorme progresso delle tecniche mediche ( diagnosi e terapie molto sofisticate impensabili solo pochi anni fa’ ) ; rispondere alle esigenze collegate all’invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento delle malattie cronico degenerative e contemporaneamente gestire la “drammatica” riduzione delle risorse economiche disponibili.
La Cisl ha espresso per tempo ed in termini costruttivi la sua posizione ( Convegno del novembre 2010 ) ed ha presidiato il tavolo regionale seguendo queste direttrici:
• Concentrare in importanti centri ospedalieri molto specializzati il top delle tecniche.
• Utilizzare le risorse che si risparmiano con la riorganizzazione ( oggi si direbbe “spending review” ) per creare posti letto opportunamente distribuiti sul territorio in grado di far fronte alle esigenze di lungodegenza e di riabilitazione ( residenzialità extraospedaliera), ma anche per potenziare gli intereventi di assistenza domiciliare integrata ( che costano meno dell’ospedalizzazione, e anche questa è “spending review”), ma garantiscono, se ben attuati, la appropriatezza delle prestazioni con una migliore qualità della vita.
• Valorizzare e ed organizzare meglio le professioni sanitarie uscendo dalla concezione medico-centrica, tutta italiana, per far crescere con più coerenza e minori costi ( “spending review” ) tutte le altre professioni sanitarie non mediche e sociosanitarie (infermieri, fisioterapisti, tecnici,operatori socio sanitari…).
Sulla questione si è aperta, come era prevedibile, “la bagarre” ma non la discussione . Sui giornali locali si leggono prese di posizione molto roboanti che, ad un orecchio attento ed allenato, suonano anche piuttosto stonate. Stanno intervenendo tutti: sindaci, politici, dirigenti e anche qualche sindacalista ( ogni occasione è buona per una strizzatina d’occhio, per un ammiccamento … ) Ognuno difende a denti stretti il suo ospedale, il suo primariato, il suo angolo di mondo …
Tutto lecito per carità! (?) Ma attenzione! Questi “giri di valzer” non devono interferire sulle scelte fondamentali che non devono e non possono più essere rinviate.
“Spendere meglio” le risorse economiche disponibili è l’unica vera pre-condizione per riuscire a mantenere e migliorare gli standard socio sanitari veneti. E’ fin troppo facile prevedere invece che il prezzo delle non scelte dei ritardi e delle furbizie personalistiche sarà pagato purtroppo ancora una volta dai lavoratori dipendenti, dai pensionati e dai loro famigliari .
Facciamola noi la nostra spending rewiew!