Anteprima sulle schede di dotazione di posti letto degli ospedali della provincia di Verona.
Le schede fantasma prevedono entro il 2015 la riduzione di 10 posti letto a Marzana, di 21 posti letto a Legnago, l’azzeramento dei 61 posti letto attuali di Bovolone, l’azzeramento degli attuali 80 posti letto di Zevio, la riduzione da 87 a 35 posti letto a Malcesine , l’azzeramento degli attuali 88 posti letto a Isola della Scala, la chiusura di Caprino, e la riduzione di 191 posti letto dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata.
I due presidi Ospedalieri di Bussolengo ( attivo ) e Villafranca ( in riammodernamento perenne ) vengono citati come unico presidio dal che, è facile arguire che uno dei due verrà chiuso o riconvertito.
“Che la provincia di Verona vada riorganizzata come distribuzione di posti letto per acuti è palese” commenta Giuseppe Dotti, Segretario organizzativo Cisl Verona “da troppo tempo viviamo chiare contraddizioni rispetto per esempio all’apertura del grande e modernissimo Polo Chirurgico Confortini, con oltre 30 sale operatorie, senza aver previsto uno straccio di parcheggio per dipendenti ed utenti.
Senza dimenticare che il Polo è in costante sofferenza di personale per il totale blocco della sostituzione dei dipendenti Tecnici ed Amministrativi andati in pensione o dimessisi e l’impossibilità di incremento del necessario personale sanitario a far funzionare a pieno ritmo una così tecnologicamente avanzata struttura. Bisogna però evidenziare che le schede tacciono su alcuni argomenti che non possono essere ignorati nella sanità veronese.
Cosa ne sarà dei posti letto dei 2 grandi ospedali privati della provincia? L’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, così vicino all’Azienda Ospedaliera e a Bussolengo e la Casa di Cura Pederzoli di Peschiera rimarranno con la stessa dotazione di posti letto?”. “Ma soprattutto” sottolinea Dotti “quello che manca completamente dalle schede fantasma è il progetto della sanità territoriale! Dove sono i posti letto per post-acuti e dove sono i posti letto di riabilitazione ? Dove sono i posti di lungodegenza?”.
Ad oggi manca il quadro generale del cospicuo spostamento di risorse dall’assistenza ospedaliera al territorio, manca il progetto sull’assistenza intermedia, manca il progetto sugli ospedali comunità e sulle unità riabilitative territoriali, manca un tavolo di confronto per analizzare le imponenti mobilità di personale che da qui a due anni sconvolgeranno la vita di centinaia di operatori.
Senza il quadro generale, siamo in possesso di foto sbiadite, sottratte e pervenuteci di nascosto, di dati parziali se non del tutto incompleti.
“Noi” conclude Dotti ” saremo, dal giorno dopo le elezioni, feroci nel pretendere che la politica dia immediate risposte alle questioni sollevate, sperando che ancora una volta non prevalga la logica del cassetto della politica”.