Il ricorso alle collaborazioni coordinate e continuative prima e alla specifica fattispecie del lavoro a progetto poi, ha conosciuto una progressiva espansione fino ai primi anni 2000, interessando in particolar modo alcune categorie di lavoratori e specifici ambiti occupazionali. Tale successo è stato attribuito, oltre che ai mutamenti di fondo della struttura economica (post fordismo, crescita del terziario legato alla conoscenza, etc.), al ridotto costo del lavoro associato a questa tipologia contrattuale, determinato dall’assenza di contrattazione collettiva e dalla contribuzione previdenziale inferiore a quella prevista per il lavoro dipendente. Ciò ha comportato che, soprattutto in alcuni ambiti (servizi di cura, istruzione, comunicazioni e mass media) il ricorso alle collaborazioni è stato interpretato come un conveniente e possibile – ancorché ambiguo – sostituto sia del lavoro subordinato che del lavoro professionale.
Anche nel quarto trimestre 2012 la domanda di lavoro parasubordinato ha evidenziato, su base tendenziale, una rilevante contrazione (-22%) che si va ad aggiungere a quella già registrata per il trimestre precedente (-19%) . Tale contrazione può essere ricondotta agli effetti della nuova (e più restrittiva) regolazione introdotta con la legge Fornero 92/2012 per diverse tipologie contrattuali riconducibili all’ambito del lavoro parasubordinato.
Il lavoro parasubordinato, nel suo insieme, ha fatto registrare nel quarto trimestre 2012 una contrazione occupazionale di circa 7.200 posizioni lavorative, quasi interamente attribuibile alle collaborazioni a progetto (-5.900) per riflesso della rilevante diminuzione delle attivazioni di nuovi contratti.
Osservando nel dettaglio le caratteristiche dei rapporti di collaborazione a progetto attivati nel quarto trimestre del 2012 si riscontra che la contrazione ha interessato pressoché tutte le categorie di lavoratori e tutti i comparti lavorativi. Diminuzioni leggermente al di sopra della media si registrano per i lavoratori più giovani (under 30) (-36%) e nel settore industriale (-31%).
Il comparto dei servizi, e in particolar modo il settore dei servizi alla persona, continua a rappresentare – nonostante la forte diminuzione osservata – il principale ambito di utilizzo di questa tipologia contrattuale.