Dopo tredici anni tornano ad incrociare le braccia i dipendenti degli istituti di credito. L’ultima volta era stato nel 2000, ma ora la situazione è ben più grave.
L’Abi, infatti, associazione bancaria italiana, ha dato disdetta unilaterale del contratto. Cosa significa? Che ha formalizzato la disdetta anticipata del contratto nazionale di settore la cui scadenza era invece fissata per il giugno 2014. Una disdetta che non blocca gli aumenti contrattuali automatici ma che potrebbe introdurre una regolamentazione selvaggia sulle retribuzioni, esternalizzazioni e modelli di filiali di agenzia completamente autogestiti.
Le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali, però, non riguardano solo il contratto, ma anche il futuro occupazionale degli istituti di credito. In un contestatissimo documento, approvato dall’Abi, si parla di esuberi, per i prossimi anni, attorno al 10% del totale. A Verona e provincia, per capirsi, lavorano circa 6mila bancari, il che significa che potrebbero essere a rischio 600 posti e la chiusura di numerose filiali. Per questo i sindacati dei lavoratori bancari hanno messo in atto alcune iniziative, a Verona come in tutt’Italia, per denunciare ai cittadini anche le responsabilità dei banchieri nella gestione del credito, gestione che soffoca l’economia negando i finanziamenti a famiglie e imprese. Inoltre, rendono noto le associazioni sindacali di categoria, non bisogna dimenticare le responsabilità dei manager nei danni subiti da istituti come Monte dei Paschi, Cassa Risparmio Genova, Cassa Risparmio Ferrara, Banca Marche, Tercas e le loro inaccettabili pretese di conservare privilegi e stipendi milionari senza dover mai rispondere degli errori commessi. Queste ragioni hanno portato tutte le organizzazioni sindacali di categoria a decidere di interrompere il servizio, incrociando le braccia per l’intera giornata lavortiva.
Alleghiamo anche il documento distribuito ai clienti delle banche, dai lavoratori, per scusarsi del disservizio e spiegarne le ragioni
– I lavoratori scioperano contro la disdetta del loro contratto nazionale di categoria, che toglie loro diritti e tutele esponendoli al rischio di licenziamenti di massa.
– Entro il 2020 previsti 20mila esuberi.
– E intanto i banchieri continuano a percepire stipendi da capogiro!
Caro Cliente, caro Cittadino,
oggi purtroppo non saremo in grado di offrirti i nostri consueti servizi perché SCIOPERIAMO, la prima volta dopo 13 anni, contro la disdetta del nostro Contratto Collettivo Nazionale di categoria. Una disdetta comunicata dai banchieri lo scorso settembre che ci espone al rischio di licenziamenti collettivi e che straccia in un colpo solo i nostri diritti faticosamente conquistati negli anni, che poi altro non sono che gli unici strumenti per difendere la nostra professionalità e metterci in condizione di svolgere al meglio il nostro lavoro a TUO sostegno.
Senza il contratto, circa 20mila lavoratori rischiano di andare a casa da qui al 2020 privati dei loro ammortizzatori sociali che ,lo ricordiamo, sono stati fino ad oggi, finanziati esclusivamente dalla categoria dei bancari e dalle Banche senza gravare minimamente sulla fiscalità generale.
Con questo SCIOPERO vogliamo dire ai banchieri che i lavoratori non sono il loro bancomat personale, la leva su cui intervenire all’infinito per ottenere risparmi.
Ricordiamo infatti che nelle banche italiane dal 2000 al 2011 sono già andati persi oltre 45mila posti di lavoro.Tutto ciò mentre LORO continuano a percepire retribuzioni da capogiro, queste sì, uno schiaffo a tutti coloro che vivono sulla loro pelle il dramma della crisi!
Pensiamo che vi sia il bisogno di un rilancio del settore che deve avvenire non con un taglio indiscriminato dei dipendenti e una mortificazione dei loro diritti, ma con nuove e coraggiose politiche di gestione del credito a sostegno di famiglie e piccole medie imprese.
SCIOPERIAMO perchè:
–Vogliamo una Banca diversa che sia realmente al servizio della Clientela!
–Vogliamo difendere la nostra professionalità e i nostri posti di lavoro!
–Vogliamo manager diversi con compensi corretti e capaci di assolvere al loro ruolo!
Scusandoci per il disagio che inevitabilmente ti arrecheremo oggi, chiediamo la tua solidarietà per opporci a questa deriva dei diritti che penalizza i lavoratori e che favorisce un modello di banca lontana dai bisogni delle famiglie, delle imprese e del territorio.