Raccolta firme negli uffici o sul sito contro i tagli ai Patronati
Perché firmare la petizione contro i tagli ai Patronati? Perché il taglio metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei Patronati che offrono servizi gratuiti per lavoratori, pensionati, stranieri, italiani all’estero e disoccupati.
- Perché il Fondo dei Patronati è alimentato da una quota dei versamenti dei contributi previdenziali obbligatori di tutti i lavoratori dipendenti. Con i tagli, queste risorse saranno incamerate dallo Stato per altri scopi non precisati.
- Perché con il taglio al Fondo Patronati l’uguaglianza d’accesso ai diritti sarà di fatto cancellata.
Per firmare puoi recarti presso i nostri uffici di Verona e Provincia oppure sul sito: www.inas.it
La Petizione: NO ai tagli ai Patronati
A:
- Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri
- Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro
- Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia
- Angelino Alfano, Ministro degli Interni
- Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri
P.C.
- Tiziano Treu, Commissario INPS
- Massimo De Felice, Presidente dell’INAIL
Il Governo taglia le risorse per i Patronati con gravi conseguenze sulla tutela dei diritti dei cittadini. Un taglio di 150 milioni di euro con la riduzione dell’aliquota allo 0,148% sul monte contributi dei lavoratori dipendenti, a fronte di un servizio che ogni anno fa risparmiare alla Pubblica Amministrazione 657 milioni di euro. Lo Stato sarà in grado di garantire gli stessi livelli di assistenza e servizi offerti dai Patronati alla collettività? Con la legge di stabilità proposta dal Governo, si vuole fare cassa con i contributi sociali, mettendo le mani sui soldi dei lavoratori. Questa proposta è inaccettabile!
A causa della riduzione dei fondi, i Patronati non potranno più garantire un servizio gratuito. L’uguaglianza d’accesso ai diritti sarà cancellata. È una grave mancanza di attenzione al Paese reale. La politica dovrebbe tagliare gli sprechi, non ridurre i diritti dei cittadini.
I cittadini chiedono al Governo una revisione del taglio, al fine di salvaguardare il servizio di pubblica utilità offerto dai Patronati, come affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 42/2000 e previsto dalla legge 152/2001.