La settimana scorsa la Cisl ha presentato il Manifesto del lavoro, alla presenza di realtà associative politiche economiche e sociali
Convegno Cisl “Per la persona, per il lavoro” – 26 gennaio 2017
Dieci proposte per il lavoro
“Creare lavoro è la vera priorità. Sappiamo che non esistono scorciatoie: il lavoro, come la crescita, non si creano per legge ma riorientando le politiche economiche. Ma le politiche del lavoro possono e devono fare la loro parte”, lo ha detto il Segretario Confederale della Cisl, Gigi Petteni aprendo oggi a Roma i lavori del Convegno Cisl “Per la persona, per il lavoro”.
“La velocità dei mutamenti tecnologici richiede competenze sempre più specifiche, ma al contempo la nuova organizzazione del lavoro meno gerarchica e più cooperativa richiede sempre più competenze trasversali. La formazione quindi deve essere sempre più la prima forma di tutela dell’occupabilità del lavoratore”.
“La criticità più forte è quella della disoccupazione giovanile. Il rischio è condannare una generazione a perdersi e la nostra economia a non diventare davvero innovativa e dinamica. Per la Cisl questo diventerà per il 2017 il principale asse di impegno sul lavoro. Esistono già provvedimenti importanti quali i bonus occupazionali per il lavoro stabile che per il 2017 sono concentrati sui giovani. Inoltre il nostro paese ha finalmente adottato l’apprendistato duale e l’alternanza scuola lavoro, che costituivano i veri spread che ci distinguevano in negativo da quasi tutti gli altri sistemi europei, riforme che però non sono ancora decollate.
L’altra importantissima riforma mai decollata, la seconda gamba del Jobs Act, è quella delle politiche attive, per non lasciare solo chi perde il lavoro e chi cerca il primo impiego.
Infine, il superamento della segmentazione del mercato del lavoro e della precarietà non può passare per un atteggiamento di netta ostilità: alcune forme di lavoro vanno contrastate con decisione qualora si tratti di abusi, ma vanno sostenute e tutelate quando si tratti effettivamente di una nuova articolazione della prestazione dei servizi lavorativi o di strumenti per contrastare la piaga del lavoro nero”.
Le proposte concrete della Cisl
- Sostenere con una specifica premialità contributiva e/o fiscale le imprese e le filiere che creano lavoro di qualità in settori con elevate prospettive occupazionali (ambiente, servizi alla persona)
- Sostenere la formazione continua degli occupati sia promuovendo i Fondi Interprofessionali delle parti sociali e finalizzando meglio le loro risorse, sia con una misura di detassazione per le imprese che investono in formazione, con l’obiettivo di arrivare coprire con la formazione continua tutti gli occupati
- L’apprendistato duale deve diventare la modalità più comune per concludere un ciclo di studi e raggiungere una qualificazione. Le norme legislative e contrattuali ci sono, ma serve mettere in campo un massiccio sforzo culturale, avvicinando lo strumento alle tante PMI, creando sul territorio reti tra università e imprese più strette e tra scuole tecnico-professionali e imprese stesse. Gli enti bilaterali e fondi interprofessionali possono essere d’aiuto ella formazione dei tutor e come facilitatori
- L’alternanza scuola lavoro è l’anello decisivo per migliorare orientamento scolastico efficace e occupabilità dei giovani che studiano. Il mondo della scuola è chiamato a rendere subito efficace lo strumento in ogni istituto e non lasciandolo in balia della buona volontà dei singoli e mettendo in campo percorsi di alternanza coerenti con il percorso di studi . Ma
occorre far dialogare tra loro due mondi, quello della scuola e quello del lavoro, che non si sono mai parlati, occorre un tutor, un organismo facilitatore, per assicurare un contesto favorevole e far comprendere al mondo delle imprese che si tratta di un investimento complesso ma proficuo - Vanno contrastati abbandono scolastico e universitario definendo percorsi di recupero che portino il 20% dei giovani che abbandonano la scuola superiore a raggiungere con un percorso una qualifica opportuna
- Occorre intervenire sui tirocini extracurriculari, quelli che i nostri giovani (circa 400.000) fanno al termine di una laurea o un diploma come primo contatto con il mondo del lavoro: momento importante ma oggi spesso usato per mascherare lavoro sottopagato a 3-400 euro al mese. Vanno riformati con convenzioni “tipo” di alto livello tra imprese e scuole affinchè i percorsi siano coerenti ed elevandone i contenuti formativi ed esperienziali, prevedendo un “bollino di qualità” per le imprese che li usano correttamente
- Il 2017 deve essere l’anno nel quale vogliamo vedere le politiche attive imparare a camminare sul territorio nazionale, va superata la politica dei continui annunci. Si dia subito gambe senza indugi alla prima sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione per i primi 30/40mila percettori di Naspi, per poi estendere nel corso dell’anno lo strumento a tutti i disoccupati che lo chiedano, correggendo lo stesso sulla base della realtà.
Anche per il sindacato le politiche attive devono diventare il terreno principale d’azione nella gestione delle crisi. - Va messo in campo da subito un progetto per la fase 2 di Garanzia Giovani che, facendo tesoro delle criticità della prima fase, finalizzi meglio gli obiettivi di avvicinamento alla occupabilità, con criteri più omogenei sul territorio
- Deve continuare il contrasto al falso lavoro autonomo ma va sostenuto il lavoro autonomo “vero” rafforzando le tutele per i collaboratori, anche a partita Iva, iscritti alla Gestione separata Inps, per dare realmente sostegno ad un mondo su cui si regge una parte non piccola della nostra economia.
- Va affrontata senza demagogia la questione dei voucher che finora non hanno centrato l’obiettivo di riduzione del sommerso, ma paradossalmente lo hanno favorito. La soluzione non sta nell’abrogazione ma nell’introdurre significative limitazioni all’ambito di utilizzo dei voucher, che devono tornare ad essere circoscritti alle attività realmente occasionali, le quali potrebbero essere individuate dalla contrattazione collettiva.
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