Si tende sempre più spesso ad imputare i problemi italiani a responsabilità altrui.
Prima la delocalizzazione, con il trasferimento delle lavorazioni del tessile e del calzaturiero nei vicini paesi dell’EST Europa.
Successivamente il basso costo dei prodotti realizzati in Cina.
Ora non usciamo dalla crisa a causa della Germania.
Ma siamo proprio sicuri che la responsabilità non sia tutta italiana? A Verona non è certo colpa di Cina o Germania se l’aeroporto ha chiuso il 2011 con un disavanzo di 26,6 milioni di euro. È stato sostituito il presidente e recentemente anche il direttore generale, sono aumentati i passeggeri del 7,3% ma contemporaneamente sono aumentate anche le perdite. E non sono responsabili tedeschi o cinesi se le aziende veronesi o italiane si trasferiscono all’estero e quelle straniere non vengono a produrre in Italia. Forse dipende da una pressione fiscale insopportabile, dalla corruzione, dalla burocrazia borbonica, dalle infrastrutture mancanti o inadeguate, da quel tessuto formativo di qualità che è alla base della ricerca finalizzata all’innovazione produttiva.
Prendiamoci tutti le nostre colpe, facciamo tutti un’opportuna autocritica e cerchiamo di partecipare insieme alla ripresa economica veronese. Germania e Cina non ci aspettano, sempre che sappiano che esistiamo.