Dal 1° gennaio 2017 sparisce la mobilità per i lavoratori colpiti da licenziamento collettivo, come da nuova disposizione della Legge Fornero.
Viene eliminata l’indennità che spettava ai lavoratori licenziati da aziende industriali con più di 15 dipendenti o da imprese commerciali con più di 50. L’unico assegno di disoccupazione resta la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego): solo chi è stato messo in mobilità quest’anno continuerà a percepire il vecchio assegno.
Con il 2017 verranno meno anche gli incentivi alle assunzioni per coloro che, licenziati nel 2016, continueranno a percepire l’indennità di mobilità anche nel 2017. Gli sgravi riguardavano le assunzioni di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità indennizzata.
La contribuzione previdenziale a carico dell’azienda era pari a quella degli apprendisti, per la durata di 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato e 12 mesi in caso di tempo determinato.
A ciò si aggiungeva un contributo mensile, pari al cinquanta per cento dell’indennità non ancora percepita per un periodo di 12 mesi per persone al di sotto dei 50 anni di età; 24 mesi per i lavoratori ultra-cinquantenni; 36 mesi per li ultra-cinquantenni residenti nel Mezzogiorno e nelle zone ad alto tasso di disoccupazione.
Fonte: lastampa.it