Grandissima partecipazione alle mobilitazioni in tutte le città dove sono presenti i siti di Riva Acciaio.
A Verona alla manifestazione hanno partecipato più di 500 lavoratori. All’incontro con il sindaco è stato ribadito che per le OOSS la cassa integrazione non è la soluzione al male, ma un primo passo necessario per coprire i giorni di assenza lavorativa.
Nel comunicato stampa del 14 settembre, la Procura di Taranto chiarisce che il sequestro patrimoniale dello scorso 14 luglio prevede l’utilizzo degli impianti e la possibilità di utilizzare i conti correnti sotto però il controllo del Custode Amministratore nominato dal Gip di Taranto.
“Il comunicato stampa della procura di Taranto – afferma M. Nobis segretario della Fim Verona – è un primo passo verso la ripresa lavorativa ma parziale”.
“Aspettiamo dalla procura e dal Gip un atto formale –continua Nobis – che tolga ogni alibi alla Riva Acciaio e che gli consenta il riavvio immediato degli impianti, in tempi rapidi. Se il riavvio non arriverà in tempi brevi, la mobilitazione continuerà sempre con più forza e determinazione”.
L’azienda,a Verona, ha cercato di portare i lavoratori dalla propria parte promuovendo una
raccolta di firme da inviare al Capo dello Stato senza concordarla con la Rsu, il foglio con le poche firme raccolte è stato stracciato.
“Un atto grave compiuto dalla direzione aziendale – spiega Giovanni Ballan Fim-Cisl, che non va nella direzione di avere uno spirito collaborativo che possa al più presto far rispondere il lavoro nello stabilimento.”