Partendo dal presupposto irrinunciabile che la salute delle persone dovrà essere il filo conduttore della ripresa produttiva, mi spaventa un po’ il clima d’insistenza per l’avvio dell’attività lavorativa in maniera generalizzata, in un momento in cui vediamo solo da pochi giorni un rallentamento dei contagi e non certo una discesa vera come speravamo potesse avvenire già ai primi di Aprile. Tutti noi siamo preoccupati per la situazione economica che lascerà alle spalle questa vicenda e lo sono in modo particolare tutti coloro che vivono del loro stipendio, della piccola attività in proprio, commerciale o artigianale che sia. L’accelerare però la ripresa delle attività senza un supporto scientifico, di garanzia, porta con sé il rischio di una ricaduta che sarebbe con effetti ancor più devastanti.
Serve lucidità, senso di responsabilità e adottare tutti, convintamente, la parola d’ordine “prima la salute”.
La ripresa, se pur lenta, prima o poi ci sarà e mi auguro che chi la dovrà decidere non sia condizionato da interessi diversi di parte ma solamente da presupposti medico scientifici.
Il 14 marzo 2020 è stato sottoscritto con Governo e parti sociali un Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. Questo documento è stato utilizzato da subito nelle imprese definite essenziali e in quelle della filiera delle stesse. Ricordo che nella nostra realtà scaligera rappresentano complessivamente circa il 50% del totale sia dei lavoratori che delle realtà produttive.
Il citato protocollo indica, anche nei dettagli, le azioni da avviare per evitare il contagio ; sarà indispensabile quindi che prima dell’eventuale ripresa, sia istituito un tavolo con la presenza del responsabile la sicurezza in rappresentanza dei lavoratori (RLS), il rappresentante dei lavoratori indicato dall’impresa (RSPP) il medico competente dove c’è e le RSU per stabilire un piano di sicurezza che parta dal momento in cui il lavoratore arriva nel parcheggio dell’azienda a quando poi risale in auto per tornare a casa. Ogni azione in questa frazione di tempo (di circa otto ore) dovrà essere svolta nella massima sicurezza e nel rispetto di quanto indicato dal protocollo. Le imprese non sono “solo” produzione, ci sono gli spogliatoi, la mensa, i bagni, le timbrature degli ingressi e uscite, ogni situazione dovrà essere controllata e messa in sicurezza.
Come organizzazione sindacale con i nostri rappresentati sui luoghi di lavoro saremo sentinelle e pronti a intervenire. Chiederemo la collaborazione di tutti gli organismi di vigilanza e manterremo il prezioso rapporto nato con la prefettura e il tavolo dalla stessa istituito con i rappresentanti delle associazioni degli imprenditori.
Massimo Castellani
Segretario Generale CISL Verona