Basta riforme slogan, facciamo funzionare bene l’esistente.


Di recente, come è avvenuto del resto con inesorabile ciclicità negli ultimi vent’anni, si è tornati a parlare di “riforma della pubblica amministrazione”. In realtà, come titolerebbero i giornali, si è deciso di “tagliare gli statali”. Chi, come, dove e perché pare non sia la questione, l’importante è tagliare.

Nell’invitarvi ad approfondire la posizione e le considerazioni del nostro sindacato cliccando qui vi proponiamo un paio di spunti di riflessione:

Il trucco c’è ma non si vede.

Negli ultimi 4 anni le piante organiche sono state tagliate di un terzo; gli stipendi sono stati totalmente bloccati – blocco dei contratti dal 2009 – ma la spesa pubblica è cresciuta di oltre 248 miliardi, cioè del 45,2%. Dove sta l’inghippo? Dove sono finiti tutti quei miliardi di euro?

Sono stati tagliati, dicendo che si trattava di fannulloni, infermieri, impiegati di sportello e personale scolastico, con risultati immediatamente visibili nelle corsie degli ospedali, nei servizi sociali, nelle scuole, negli asili e negli uffici. Mentre, in maniera invisibile ed impercettibile, spiegando che si sburocratizzava e si “efficientava”, si è distribuito a piene mani in appalti, consulenze, consigli di amministrazione,stipendi e retribuzioni d’oro (non contrattuali) di “grand commis di stato”,magistrati, diplomatici.

Riflettiamo sui concetti di “legge di riforma”, “riforma” e “manutenzione”.

É tipico del nostro Paese e del nostro sistema di governance, attribuire al testo della legge di riforma una funzione eccessiva, quasi salvifica. In questo modo, confondendo la legge di riforma con la riforma stessa, si finisce per esaurire tutta la “tensione riformatrice” nella fase legislativa ( titoli, titoloni, scioperi e manifestazioni ) per lasciare in un cono d’ombra le analisi di reale fattibilità ( senza le quali si promettere l’irrealizzabile ) e la programmazione dell’attività necessaria a garantire la quotidiana fruibilità dei diritti. In altre parole ci si disinteressa o meglio e ci si interessa malamente del funzionamento della pubblica amministrazione.

I frattali della pubblica amministrazione. (Wikipedia : Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse)

Le economie di spesa, i continui piccoli adeguamenti e adattamenti al variare delle situazioni, gli interventi di aggiornamento delle strutture e del personale, la sostituzione dei pezzi obsoleti, la lubrificazione delle parti arrugginite non sono e non devono rappresentare il “momento epocale” ma la quotidiana, costante azione di messa a punto della macchina pubblica.

Di questo abbiamo bisogno in Italia. La vera riforma avverrà quando la smetteremo di fare Riforme e ci dedicheremo con calma e pazienza ad introdurre meccanismi di partecipazione, coinvolgimento, responsabilità, che a loro volta innescheranno comportamenti partecipati, coinvolgenti e responsabili.


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