Rappresentanza e validità dei contratti aziendali: Cgil Cisl e Uil sottoscrivono un accordo con Confindustria


Nell’incontro del 28 giugno tra Confindustria e CGIL CISL UIL dopo un proficuo confronto è stato siglato un’ accordo interconfederale in materia di rappresentanza e criteri per la validità generale dei contratti aziendali. ( allegato n.1 ) Sulla rappresentatività ai fini delle trattative e della stipula dei Ccnl si darà attuazione all’accordo Cgil Cisl Uil del 2008 prevedendo la certificazione degli iscritti attraverso l’Inps, da calcolare, poi, in modo ponderato con i voti nelle elezioni Rsu. E’ prevista una soglia di accesso pari al 5% dei lavoratori occupati in ogni settore.

Per quanto riguarda i contratti aziendali essi verranno considerati validi e vincolanti per tutti sulla base della maggioranza semplice nelle RSU. Nel caso di presenza delle RSA la rappresentatività verrà “pesata” con la percentuale degli iscritti alle singole organizzazioni per definire la maggioranza per la stipula dei contratti aziendali ed è prevista l’eventualità . se richiesta da un’organizzazione sindacale o dal 30% di lavoratori . di effettuare un voto tra i lavoratori, che esprimendosi a maggioranza, può respingere l’accordo. Quando negli accordi aziendali, così definiti, sono contenute clausole di tregua , esse vincolano tutte le organizzazioni sindacali operanti in azienda.

L’intesa poi prevede che gli accordi aziendali possano definire intese modificative di istituti contrattuali del Ccnl secondo le procedure previste negli stessi contratti nazionali e quando non previste anche direttamente attraverso il contratto aziendale stipulato dalle rappresentanze sindacali in azienda d’intesa con le organizzazioni sindacali territoriali di categoria nei casi di crisi aziendale o di nuovi significativi investimenti e relativamente agli istituti che disciplinano la prestazione lavorativa, agli orari di lavoro e all’organizzazione del lavoro. Infine le parti hanno concordato di richiedere al Governo ed al Parlamento che venga confermato il sostegno alla contrattazione collettiva decentrata rendendo strutturale la detassazione del 10 % del salario di produttività e la decontribuzione. In parallelo all’intesa è stato riproposto per quanto riguarda i rapporti tra le tre Confederazioni relativamente agli Accordi Interconfederali generali e alla stipula dei Ccnl il Protocollo del 2008, già approvato dagli organi nazionali di Cgil – Cisl e Uil (allegato 2 )

La Segreteria della Cisl esprime grande soddisfazione per questo Accordo che riveste grande importanza per tre ragioni :
1. Esso rappresenta un importante segnale di responsabilità delle parti sociali in un momento particolarmente difficile della situazione sociale del Paese, ancora alle prese con le conseguenze occupazionali della grave crisi economica e produttiva dalla quale è possibile uscire solo attraverso un grande impegno generale a realizzare intese che in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i settori rilancino la qualità, la competitività, la produttività del sistema delle imprese e con esse dell’occupazione.
2. Questo accordo risulta l’ultimo decisivo d tassello della riforma della contrattazione collettiva del gennaio 2009 che ha permesso in questi due anni la stipula dei contratti nazionali in scadenza, l’avvio di una robusta stagione di contrattazione decentrata che ora con questo accordo trova nuovo impulso e soprattutto nuove regole condivise da tutti, utili a dare efficacia e validità ai contratti aziendali, anche in presenza di divergenze tra le organizzazioni sindacali.Si tratta di una evoluzione pienamente coerente con i contenuti dell’accordo sulla contrattazione del 2009 ed è motivo di grande soddisfazione della Cisl che dopo molti rifiuti ed auto-esclusioni abbia visto la sigla anche della Cgil, in particolare sulle questioni più problematiche come le clausole di tregua e le intese modificative ( nuova definizione di deroghe ) che spesso in questi anni sono state oggetto di incomprensioni e di attacchi alla Cisl e al suo gruppo dirigente. Con questa intesa sarà possibile ora dare pieno impulso alla contrattazione decentrata sia nelle aziende in cui produttività è in crescita e pertanto essa dovrà essere ridistribuita a vantaggio dei lavoratori sia nelle aziende in crisi come strumento utile ad attrarre nuovi investimenti ed a rilanciare l’occupazione.
3. L’Accordo interconfederale definisce altresì un significativo pluralismo dei modelli di rappresentanza, facendo evolvere, senza cancellarlo, l’accordo del 1993. Accanto alle Rsu che vengono confermati nelle loro funzioni nei settori dove hanno avuto una diffusione e un radicamento, mantengono piena legittimità le RSA, anche in proiezione futura, andando, quindi, oltre alla funzione decrescente e residuale delineata dall’accordo del 93.

La pluralità nei modelli di rappresentanza e la definizione condivisa di regole per decidere a maggioranza anche nei casi in cui esistono forti divergenze tra le organizzazioni sindacali configurano un nuovo assetto del sindacalismo confederale italiano che resta fondato sulla vocazione alla sintesi tra diverse culture e modelli senza che ciò possa, tuttavia, mai configurare per nessuna organizzazione un diritto di veto e porti quindi ad una paralisi nell’azione del sindacato. Anche in questa occasione, si è dimostrata l’importanza dell’azione di Cisl , unitamente alla Uil, nel cercare con tenacia e determinazione i punti d’incontro nel sindacato confederale e nei confronti delle Associazioni datoriali, senza rinunciare mai alla propria identità sindacale e ai propri valori di riferimento, primo fra tutti l’autonomia del sindacato per poter rappresentare e tutelare al meglio i lavoratori.

La Segreteria Confederale della Cisl


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