A ballottaggi conclusi e quindi dopo gli stop imposti dalle “ansie elettorali” ( che la dicono lunga sul basso livello del dibattito politico italiano) sono state finalmente presentate le così dette “ schede ospedaliere”.
La stampa locale ha già dato ampia diffusione ai dati in questione che, per quanto riguarda il territorio di Verona, qui riassumiamo:
Struttura pl prima pl dopo delta pl H.C. da attivare | ||||
20 | 688 | 672 | -16 | 97 |
21 | 511 | 418 | -93 | 59 |
22 | 1143 | 1085 | -58 | 21 |
ao | 1553 | 1403 | -150 | – |
Su questi dati inizierà nei prossimi giorni il dibattito che, come è sempre accaduto, sarà monopolizzato dalle posizioni di parte ( leggi partito ) che strizzeranno l’occhio alle pulsioni campanilistiche con il risultato di escludere dalla discussione ogni tentativo di valutare la questione nel merito.
Prima di ogni altra considerazione riteniamo necessarie le seguenti puntualizzazioni:
– la CISL condivide l’indirizzo di fondo del “nuovo piano socio sanitario veneto” che tende a riequilibrare le risorse tra gli ospedali per acuti, ospedali di comunità, riabilitazione e servizi sul territorio.
– Le schede in questione sono ( o dovrebbero essere ) una prima realizzazione del piano socio sanitario regionale per quanto riguarda la riduzione ( da noi condivisa ) dei posti letto per acuti.
– E’ fondamentale capire adesso come verrà dato seguito a questa operazione. Va spiegato infatti che il semplice annuncio del “taglio” di un certo numero di posti letto non significa ancora niente. Per capire l’effettiva portata dei cambiamenti annunciati è determinante stabilire come, dove e quando verranno re-impegnate le risorse risparmiate.
E’ evidente quindi che solo quando conosceremo i dettagli applicativi saremo in grado di formulare una complessiva e seria valutazione.
Le “schede” evidenziano tuttavia, anche ad una prima superficiale lettura, quello che forse rischia di essere il problema di fondo di questa riforma : la mancanza di coraggio.
L’Ospedale a due teste “Bussolengo/ Villafranca” è una avveniristica idea organizzativa o un profondo e servile inchino ai potentati locali ? L’aumento dei primariati risponde a necessità organizzative o è una strizzata d’occhio alla lobby omonima?
Il servizio socio sanitario veneto in termini economici vale più del 80% del budget della regione veneto. Riformarlo per adeguarlo alle nuove necessità della popolazione comporterà inevitabilmente variare degli equilibri consolidati, modificare ed a volte destabilizzare una gigantesca ramificazione di interessi grandi e piccoli
Per guidare la nave della riforma servirà molto giudizio ma anche molto coraggio … Speriamo allora che il buon giorno non si veda dal mattino.