Quando ho iniziato questa esperienza da segretario della Cisl veronese, poco più di due anni fa, mi sono reso conto che nella Provincia scaligera sono tre le perle da proteggere e di cui andar fieri: la fondazione lirica Arena, l’ente fiera e l’aeroporto di Villafranca.
La Fondazione Lirica, pur vivendo in un’epoca di ristrettezze economiche a causa delle sempre minori entrate da parte dello Stato, ha riportato a pareggio i bilanci e continua la sua attività.
La Fiera, dal canto suo, si batte quotidianamente in un mercato molto competitivo ma riesce a mantenere uno standard qualitativo e quantitativo di tutto rispetto.
Da alcuni giorni, invece, leggiamo della pesante situazione economico finanziaria con cui il Catullo deve fare i conti e della necessità di intervenire in tempi celeri per invertire la rotta. Poco più di anno fa, ad un work shop, il Direttore dello scalo Veronese, dott. Massimo Soppani affermava che le cose andavano bene e che il numero dei passeggeri dei low cost era in aumento. A quel tempo gli chiesi se all’aumento dei passeggeri corrispondesse un aumento delle entrate economiche, ma non ho avuto risposta. E oggi, vedendo i conti di bilancio credo che non abbia voluto rispondermi. Ma come è possibile che Verona, abbia un aeroporto in forte passivo di bilancio, non grado di competere con i nuovi aeroporti del nord Italia, in un angolo strategico per lo sviluppo dell’Europa e del nostro paese?
Le tre perle veronesi, aeroporto, fiera e fondazione lirica vivono ed esistono se sono legate tra loro e una fa il gioco dell’altra. La fiera di Verona non può prescindere dall’avere un aeroporto efficiente e competitivo. Per questo io invoco una nuova dirigenza per il Catullo un nuovo gruppo che rilanci lo scalo. Nessuno pensa che i problemi si possano affrontare dalla fine parlando di esubero del personale, l’unico esubero che vedo è nel gruppo dirigente che conta il numero dei passeggeri ma non pone attenzione alle entrate o peggio alle uscite.