Conferenza stampa del 12 settembre 2011


FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA SNALS CONFSAL – VERONA

ANNO SCOLASTICO 2011/2012:

Scuola, un presente sempre più problematico!

Ma quale futuro??

Conferenza Stampa 12 settembre 2011 ore 11

Siamo all’inizio dell’anno scolastico 2011/2012 che affrontiamo denunciando, ancora una volta, la consistente riduzione di posti di lavoro operata già da tre anni dai Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia e la preoccupante ricaduta sull’intero sistema formativo.

Già i primi segnali preannunciano uno stato di emergenza della scuola veronese dovuto alle difficoltà organizzative e didattiche conseguenti alla riduzione di n. 227 posti di personale docente (Infanzia + 5 – Primaria 142 – Secondaria di 1° grado 13 – Secondaria di 2° grado 77) e n. 183 posti di personale ata (Assistenti Amministrativi 36 – Assistenti Tecnici 5 – Collaboratori Scolastici 142). Aggiungendo questi dati a quelli già dichiarati e relativi all’ultimo triennio possiamo contare complessivamente n.1260 posti in meno (n. 770 docente e n. 490) a fronte di un aumento di alunni che si aggira, per il triennio, sulle 4300 unità.

Lo scenario che ne deriva è allarmante, non solo per il personale coinvolto e che lavora con impegno e dedizione cercando di superare tutte le crescenti difficoltà, ma per tutta la collettività.

La costituzione di classi affollate (composte anche da alunni con problemi caratteriali o di apprendimento privi di certificazione per ottenere il supporto del docente di sostegno o immigrati con problemi di comprensione linguistica …) rende impossibile garantire un adeguato servizio educativo e di istruzione con conseguente maggiore penalizzazione nei confronti degli alunni più deboli per la riduzione delle attività individualizzate, garantite in passato in presenza di situazioni d’organico adeguate. Elementi che hanno sempre rappresentato un punto di forza della nostra scuola veronese, fondamento importante per una società civile e democratica.

I problemi più gravi: L’eliminazione delle compresenze dei docenti (2 – 3 ore per classe) nella scuola primaria e secondaria di primo grado comporta automaticamente l’eliminazione delle attività di recupero, dei lavori di approfondimento per gruppi, dell’attività di laboratorio di lingua e informatica, dell’arricchimento formativo; Nella scuola primaria non hanno trovato risposta, se non raramente, le richieste presentate dai genitori di un tempo scuola di 30 ore settimanali. Il “nuovo” tempo scuola si articolerà, a regime, sulle 27 ore settimanali con conseguente frammentarietà dell’azione didattica. Le scuole primarie si troveranno costrette a spezzettare gli orari di intervento educativo per garantire la copertura dell’orario settimanale. La mancata copertura del tempo mensa con gli insegnanti (fa eccezione il tempo pieno) obbliga le scuole ad eliminare i rientri pomeridiani o a chiedere il contributo alle famiglie incaricando della sorveglianza operatori esterni.

Sempre nella primaria l’insegnamento della lingua inglese viene assegnato alla docente di classe provvista di competenze acquisite in corsi brevi ed essenziali. Scompare quindi la figura del docente specialista di lingua inglese con un inevitabile abbassamento della qualità d’insegnamento. Nella scuola secondaria di secondo grado il numero di alunni inseriti in ogni classe è superiore alla capienza dei laboratori, impedendo di conseguenza efficienza e sicurezza. Una scuola senza attività di laboratorio incentiva la teoria a discapito della operatività allontanando la formazione dalle esigenze del mondo del lavoro. La riduzione dei posti in organico in ogni scuola comporta il trasferimento d’ufficio, in altre scuole, di molti docenti con conseguente interruzione della continuità didattica, riaggregazione del gruppo docente e talvolta adeguamento del Piano dell’Offerta Formativa. La riduzione di posti di personale di Segreteria (Assistenti Amministrativi) rende gravoso, difficile e talvolta impossibile lo svolgimento di tutti gli adempimenti necessari per il regolare funzionamento dell’attività amministrativa. Sottolineando che con l’autonomia scolastica molte competenze amministrative sono transitate dagli Uffici Scolastici del Ministero dell’Istruzione alle Scuole, ciò significa meno risorse per più lavoro. La riduzione di posti di Collaboratori Scolastici ha compromesso in tutte le scuole lo svolgimento dei servizi ausiliari fondamentali per il funzionamento scolastico: dal servizio di apertura a quello di vigilanza, di pulizia e chiusura. In taluni casi hanno costretto la scuola a ridurre l’orario settimanale, ad esempio eliminando i rientri pomeridiani. 1 istituto su 4 ha un dirigente scolastico “in prestito”, di conseguenza il 50% degli istituti deve fare i conti con un dirigente a part-time! Sempre 1 istituto su 4 non ha un direttore dei servizi generali e amministrativi adeguatamente formato; da anni ormai in sostituzione dei pensionati vengono chiamati a rivestire un compito altamente qualificato e cruciale per le singole istituzioni autonome amministrativamente, degli assistenti amministrativi di “buona volontà”.

Lasciando “senza vertici”(DS e DSGA) l’amministrazione delle scuole lo stato risparmia a Verona circa un milione e mezzo. Ma tutta la scuola perde in efficienza, coordinamento, orientamento…qualità.

Il prezzo pagato dal personale precario:

La riduzione in organico ha pesato su tutto il personale in servizio: il personale di ruolo ha visto aumentare significativamente il carico di lavoro (mediamente almeno del 50%), il personale precario oltre all’intensificazione della prestazione ha dovuto affrontare anche la riduzione delle possibilità di lavoro.Basti pensare che nonostante l’eccezionale immissione in ruolo il tasso di precarietà registrato fino ad oggi è quantificato in circa il 14% dell’organico del personale docente e il 28% dell’organico del personale ata. Sono circa 200 (dato presunto) i posti in meno assegnati in occasione delle operazioni di nomina effettuate entro il 31 agosto 2011. A questo si aggiunge il cambiamento generato dalla riapertura delle graduatorie ad esaurimento del personale docente, al conseguente inserimento nella provincia di Verona di nuovi aspiranti, provenienti da altre province. Disattese, quindi, le aspettative di tutti quei docenti precari che da anni potevano contare, nella nostra provincia, su una supplenza fino al 30 giugno o 31 agosto. Un vero dramma personale e familiare. Anche l’unico evento positivo, la consistente immissione in ruolo di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, docenti, è avvenuta nel vuoto assordante del Ministero che dopo aver pasticciato utilizzando per i docenti due diverse graduatorie (la vecchia valida fino a giugno, la nuova in corso di validità) ha abbandonato gli uffici regionali e provinciali al loro destino inviando, solo ad operazioni concluse, chiarimenti ed istruzioni. Questa modalità ha comportato anche nei fatti una riduzione dei posti stessi esponendo l’amministrazione ai ricorsi e le scuole ad una ulteriore precarietà.

Apra gli occhi l’opinione pubblica su un servizio di istruzione di qualità costruito con impiego di risorse economiche, umane, culturali nel corso degli ultimi 40 anni per formare cittadini competenti e consapevoli che, visto solo nell’ottica della spesa, è destinato a diventare sempre più un servizio di “assistenza” nel caso dei più piccoli e di carenza, inadeguato alle nuove sfide che il presente drammaticamente ci pone, per gli adolescenti e i giovani.

A tutto il personale della scuola va rivolto dalla società tutta un segnale di stima e di solidarietà per la serietà, il sacrificio e la professionalità quotidiana dimostrate, nonostante le avversità generate da una politica che parla di scuola e di “riforma” solo in termini di risparmio. E’ grazie al loro impegno che le lezioni riprendono oggi con dignitosa regolarità.

E’ importante, per il futuro del Paese, per il nostro futuro e per quello dei nostri figli/nipoti, ricominciare a parlare di scuola per il suo fine ultimo e nobile.

E importante che vengano restituite alla scuola le risorse umane ed economiche necessarie per ricominciare a parlare di percorsi formativi idonei nei contenuti, nei metodi e nella didattica.

Anche quest’anno purtroppo siamo costretti a ricordare che

“Maltrattare la scuola, privarla delle risorse, significa ancora una volta precludere lo sviluppo economico e sociale, un futuro dignitoso al Paese e alle giovani generazioni !”


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