Ho letto con interesse l’intervento pubblicato dal Presidente di Confindustria Verona Andrea Bolla e condivido ogni sua preoccupazione sul periodo che stiamo vivendo.
Traspare però una sorta d’impotenza nell’avanzare soluzioni che possano permettere un cambiamento, un’inversione di tendenza, non tanto sul piano economico, ma soprattutto sul piano sociale, e sulla coesione che un paese civile con 150 di storia dovrebbe avere. Ma quante volte in questi anni abbiamo accusato i vari gruppi dirigenti di passare più tempo nel guardarsi l’ombelico invece di lavorare per il bene comune? Quante volte abbiamo denunciato lo smarrimento del senso civico? Quante volte abbiamo detto che la corruzione nel privato e nel pubblico, oltre che demolire le imprese virtuose, scardina la fiducia dei cittadini nei confronti delle regole, con il risultato di credere solo ad un individualismo fine a se stesso? Considerazioni che poi però spesso annegavano nel lavoro quotidiano di tutti noi che, per rincorrere e tessere relazioni, lasciavamo le denunce ai giornali rincorrendo risultati per il nostro gruppo di appartenenza.
Il presidente Bolla ha completamente ragione, nei momenti di grave crisi sono invece necessari interventi economici per rimettere in moto l’economia basati sulla fiducia dei cittadini nei confronti della classe politica. Fiducia che si basa su capacità, onestà e impegno. Quando uno di questi tre requisiti viene meno si determina un grave pregiudizio per i necessari sacrifici ai quali siamo tutti chiamati. Sacrifici che per equità dovrebbero essere proporzionali alle possibilità di tutti. Citando don Milani: “non c’è ingiustizia peggiore che fare parti uguali fra diseguali”.
Bolla ha ragione anche quando pensa al dopo guerra e a dove siamo poi arrivati con lo sviluppo e il benessere. I risultati sono stati raggiunti facendo leva sul senso civico delle persone, con la prospettiva di un futuro migliore soprattutto per i figli.
Ciò che manca adesso è proprio questo, il sogno, la speranza nel futuro, la fiducia.
Il presente esiste se ha un passato e un futuro. Più attraente è il futuro e più il presente è in grado di fare scelte ambiziose. Dobbiamo riappropriaci del futuro partendo dalla crisi, ristrutturando il sistema, ripristinando i valori smarriti o annacquati, mettendo al primo posto non i nostri comodi interessi personali, ma il futuro e la speranza di ogni uno di noi.
Caro Presidente Bolla anch’io ho il sogno che tutte le persone di buon senso dicano basta e si mettano d’accordo per un interesse più nobile e diffuso. Il futuro dell’Italia, di Verona. Partiamo da noi, da ciò che rappresentiamo e diamo l’esempio ad altri con un come lo hai chiamato? un patto per la ripresa? io aggiungo: per Verona!
Massimo Castellani
Segretario Generale Cisl Verona