La manovra finanziaria da poco approvata era urgente e necessaria per evitare pesanti speculazioni finanziarie ma alcune considerazioni sono opportune.
Una manovra da 47,97 miliardi di euro non si vedeva dal 1992, dalla famosa finanziaria del Governo Amato da 90mila miliardi lire. E non si esaurisce qui, saranno necessarie nei prossimi 10 anni altre manovre da 40miliardi per portare il debito pubblico al 60% del PIL. Ora è al 119%. Una manovra costituita da tagli alla spesa e da aumenti di tasse.
Le Regioni, i Comuni e le Provincie dovranno rientrare di 3,2miliardi nel 2013 e ulteriori 3,2miliardi nel 2014 e questi tagli avranno importanti ripercussioni soprattutto sul sociale.
Se vengono sommati i tagli della manovra con gli interventi già previsti dai provvedimenti precedenti, il totale dei tagli agli Enti locali sarà al 2014 di 14,900 miliardi. A pagare “ovviamente” saranno sempre gli stessi, i lavoratori, i pensionati, le figure più deboli della società, iniziando dagli interventi sulla previdenza. È infatti previsto l’adeguamento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne del settore privato a partire dal 2032. Ancora, dal 2013 al 2016 l’età pensionabile crescerà di 3 mesi, dopo il 2020 fino al 2030 di 4 mesi e dopo il 2030 si torna ai 3 mesi.
Nel 2050 serviranno 70 anni di età per andare in pensione e più di 66 anni di età se si saranno raggiunti anche i 35 anni di contributi. Come se non bastasse la pensione decorrerà dopo 12 mesi da quando si saranno raggiunti i requisiti, 18 mesi per i lavoratori autonomi.
Sul piano Fiscale, se entro settembre 2013 non verrà esercitata la delega alla riforma fiscale le detrazioni fiscali attualmente esistenti subiranno un taglio lineare del 5 % nel 2013 e del 20 % nel 2014. Si tratta di esenzione per i figli a carico, spese mediche, istruzione, asili nido, ristrutturazioni edilizie per un incremento medio della tassazione di euro mille in due anni.
Sempre sul piano fiscale vengono confermati gli aumenti per le accise dei carburanti. Imposto di bollo di 34,20 euro per chi è sotto i 50mila euro di deposito titoli, 70 euro di imposta tra i 50mila e i 150mila euro di titoli di stato, fino ad arrivare a 680 euro anno per chi ha un valore superiore a 500mila euro di titoli. Ancora una volta si interviene sui pubblici dipendenti bloccando, dal 2014, il turn over (non più assunzioni in sostituzione di chi andrà in pensione) e tagli di 5 miliardi ai Ministeri in relazione all’adozione dei costi standard negli enti locali.
Credo sia possibile definirla una manovra senza fantasia che ancora una volta recupera dove è certa di trovare risorse e taglia ai ceti medi e bassi, quella parte della comunità che oltre a pagare da sempre le tasse è chiamata a pagarne ancora di più e ha bisogno dei servizi pubblici per potersi sostenere non avendo le risorse necessarie per rivolgersi ai privati.
Dove è finita la tassa sui patrimoni, gli interventi sull’evasione fiscale e soprattutto gli incentivi per finanziare le infrastrutture necessarie a far ripartire il paese? Non se ne parla. Può un paese pensare di emanare un provvedimento cosi pensante e permettersi ancora di mantenere 5 livelli istituzionali : Stato, regioni, provincie, comuni e aree metropolitane. Solo intervenendo eliminando le provincie, le aree metropolitane, accorpando i comuni piccoli e consorziando i comuni di medie dimensioni si otterrebbero almeno 10miliardi di risparmi della spesa e questa non è demagogia ma interventi attuabili da ieri.
Si potrebbe inoltre intervenire sui costi degli amministratori: consiglieri, assessori, deputati e sentori e anche questa non è demagogia ma un sano e necessario esempio della necessità, per tutti e non solo per i soliti noti di tirare la cinghia. Non sarebe nemmeno demagogia intervenire sugli sprechi, su un assistenzialismo che paralizza l’economia, sugli sprechi e le corruzioni che bloccano le attività pubbliche.
Per ultimo è necessario partire con politiche di sviluppo, con accordi di produttività, con le privatizzazioni e la capacità di utilizzo delle risorse messe a disposizione dell’UE e spesso inutilizzate per incapacità progettuale.Per fare tutto questo serve la testa, serve una classe politica autorevole e determinata che abbia a cuore il futuro del paese. Serve la consapevolezza da parte di tutti che situazioni come queste si riescono a superare se una nazione, un paese, si sente coeso e guidato.
Massimo Castellani
Segretario Generale Cisl Verona