Era il 6 dicembre 2007, immagini drammatiche mostravano il tetro e indecifrabile laminatoio della Thyssen Group dove, a causa di un incendio, avevano perso la vita sette lavoratori. Sette persone morte a seguito delle ustioni riportate nel vano tentativo di spegnere un incendio, per salvare se stessi e il loro colleghi.
Nei giorni scorsi, dopo 3 anni e mezzo, la corte d’Assise di Torino ha condannato i responsabili della Thysen per omicidio volontario, con pene che partono dai 16 anni di reclusione e un risarcimento pecuniario di 20 milioni di euro. E’vero, nessuna sentenza, anche la più giusta, potrà restituire alla vita coloro che l’hanno persa. Ma una sentenza potrà, oltre che fare giustizia nel condannare i responsabili, essere di monito e di esempio per altri.
Troppi infortuni accadono infatti anche nella provincia di Verona. Nel 2009, ultimo dato ufficiale INAIL, a Verona, sono stati denunciati 18.964 infortuni contro i 21.543 del 2008, con un calo del 12% probabilmente determinato dalla crisi produttiva. Sono rimasti, invece, invariati i casi di infortuni mortali: 20 nel 2009 contro i 22 del 2008. Nell’agricoltura sono avvenuti 3 infortuni mortali nel 2009, nell’industria e servizi 16 casi, nei dipendenti conto stato un caso. Il 2009 è stato invece un anno record per le malattie professionali, sia sul territorio nazionale che territoriale.
A Verona sono state denunciate 272 malattie professionali, contro le 253 del 2008, con un aumento di 7,5%. Gli infortuni e le malattie professionali accadono quando, a discapito della salute dei lavoratori, si sommano interessi economici, assenza di senso civico e di buona convivenza e mancato rispetto della vita umana. Le imprese sane, e sono la maggioranza, sanno benissimo che i guadagni non si fanno speculando sui sistemi di prevenzione degli infortuni. Le imprese moderne, innovative, che investono in ricerca hanno, invece, la consapevolezza che l’apporto di personale dipendente motivato, con senso di appartenenza è elemento essenziale per la competizione sui mercati. Questi valori però si possono esprime solo se si opera in un ambiente in cui si percepisce che la salute è il valore primario della persona e che in quanto tale deve essere rispettato.
Non è vero che ci sono lavori più o meno pericolosi, ci sono tutele contro gli infortuni più o meno applicate. Altrimenti non si spiegherebbe come in alcune fonderie virtuose sono anni che non accadono infortuni e viceversa avvengono, purtroppo anche mortali, nella grande distribuzione commerciale. La prima parola d’ordine è: Formazione. Formazione per le imprese e formazione per i lavoratori.
A Verona molto è stato fatto d’accordo con le associazioni d’impresa, ma molto si può ancora fare.
Massimo Castellani
Segretario Generale Cisl Verona