Quanto costano i fondi pensione?
A questa domanda ha risposto la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione nella Relazione annuale presentata lo scorso giugno. I dati evidenziati sono estremamente interessanti; vediamoli.
I costi hanno un impatto sulla posizione maturata dall’iscritto nel proprio fondo pensione; è quindi opportuno dedicarvi particolare attenzione. Lo dimostra l’esempio citato dalla COVIP: «ipotizzando che su un periodo di 35 anni la pensione complementare che si può ottenere aderendo a un fondo negoziale sia pari a 5.000 euro all’anno, i costi medi più elevati dei fondi aperti e delle polizze assicurative previdenziali (PIP) si traducono, a parità di altre condizioni, in una prestazione finale assai inferiore e, rispettivamente, pari a circa 4.200 e 3.900 euro».
Ora, un paio di domande sorgono spontanee: Come si misura il costo di un fondo pensione e da cosa dipende tale costo? Come si effettua un confronto tra due o più fondi?
Di seguito rispondiamo a questi dubbi, individuando quali strategie adottare per scoprire, interpretare e confrontare i costi di un fondo pensione.
Il dato che esprime, sinteticamente, l’impatto dei costi di un fondo pensione è l’Indicatore Sintetico dei Costi (più comunemente conosciuto come ISC).
Nella costruzione dell’ISC, vengono presi in considerazione tutti i costi applicati, con esclusione dei costi relativi a eventuali commissioni di incentivo e a commissioni di negoziazione nonché di quelli collegati a eventi o situazioni non prevedibili a priori (ad esempio, le spese legali e giudiziarie).
La Commissione, al fine di sterilizzare effetti distorsivi determinati dalla disciplina fiscale, ha inoltre escluso dal computo anche gli oneri fiscali sui rendimenti. L’indicatore è riportato nella nota informativa di ciascuna forma pensionistica; la COVIP, inoltre, pubblica sul proprio l’elenco aggiornato con i valori dell’ISC di tutti i fondi pensione italiani. L’ISC è calcolato da tutte le forme di previdenza complementare in base a quanto abbiamo visto in precedenza; in questo modo, ogni aderente può agevolmente confrontare le diverse offerte presenti sul mercato.
In termini generali, ricorda sempre la COVIP, l’ISC dipende:
- dall’orizzonte temporale di riferimento (valori più bassi si osservano man mano che aumentano gli anni di partecipazione in quanto si riduce l’incidenza delle spese fisse iniziali);
- dalla linea di investimento cui si riferisce (valori più alti si rilevano all’aumentare del contenuto azionario della linea o in presenza di garanzie di risultato).
«Confrontando l’onerosità delle diverse forme pensionistiche – scrive la Commissione nella sua Relazione annuale 2015 – i fondi pensione negoziali si confermano particolarmente competitivi: l’ISC medio si attesta all’1,1% su 2 anni di partecipazione per scendere allo 0,3% su 35 anni. Sui medesimi orizzonti temporali, l’ISC passa dal 2,3 all’1,2% nei fondi aperti e dal 3,8 all’1,8% nelle polizze assicurative previdenziali (PIP)».
In conclusione, un’attenta valutazione dei costi applicati (sia diretti che indiretti) è un passaggio da non sottovalutare; può realmente fare la differenza sulla pensione complementare che percepirai dal fondo pensione con impatti decisivi sul tuo futuro previdenziale e non solo.
Prima di scegliere un fondo pensione, considera tutti gli aspetti che abbiamo evidenziato in precedenza, valuta il livello di servizio offerto e quindi scegli la soluzione più adatta a te.
Per informazioni visita il sito di Solidarietà Veneto