Arriva la “stretta” sui voucher annunciata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Il consiglio dei Ministri ha esaminato il decreto correttivo del Jobs Act e ha espresso parere positivo, dando quindi l’ok in via preliminare.
Il provvedimento, che prevede la tracciabilità del buono lavoro, si è reso necessario per frenare il boom dei voucher, che nel primo trimestre 2016 sono cresciuti del 45,6%, arrivando a 31,5 milioni.
“E’ partito con il piede giusto il confronto tra Governo e sindacati su lavoro e pensioni. Infatti lo schema di decreto correttivo del Jobs Act, portato oggi in Consiglio dei Ministri, è stato preceduto da un incontro della segreteria del ministro Poletti con Cgil, Cisl e Uil, nel corso del quale, oltre ad essere stato illustrato il testo, ci è stato spiegato che esso andava presentato per rientrare nei 12 mesi previsti dalla delega e dare alle competenti commissioni parlamentari il tempo di esprimersi, ma che ci saranno spazi di interlocuzione prima dell’approvazione definitiva”, ha commentato il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni. “Attendiamo dunque l’incontro già fissato per il 14 giugno per esprimere le nostre osservazioni sul merito. Infatti, pur apprezzando la norma sulla tracciabilità dei voucher, da noi chiesta insistentemente per evitare furbizie e abusi, siamo convinti che essa rappresenti solo un primo passo e che si debba ridurre a monte l’ambito di utilizzo, riportando il voucher ad attività effettivamente occasionali che potrebbero essere individuate dalla contrattazione e continuando a mantenere per il settore agricolo sia i limiti comuni agli altri settori sia i limiti specifici già previsti. Altre perplessità riguardano la norma sulla solidarietà espansiva, non perché sia sbagliata in sé, ma perché non incentiva per i lavoratori la pratica dei contratti di solidarietà espansiva, limitandosi a consentire nuove assunzioni all’azienda che abbia in corso un contratto di solidarietà difensiva. Per quanto riguarda, infine, gli ammortizzatori sociali, chiederemo che vengano trovate soluzioni per consentire la cassa integrazione anche in caso di cessazione di attività e procedure concorsuali, a condizione che vi sia un nuovo acquirente, per favorire il salvataggio effettivo di aziende in gravi difficoltà”.
In dettaglio, tracciabilità dei voucher e multe fino a 2.400 euro per chi non si adegua: il Consiglio dei ministri ha dato il primo via libera alle modifiche per sanare le distorsioni all’uso dei voucher previsti dal Jobs Act, accogliendo alcune modifiche avanzate dal mondo dell’agricoltura. Luce verde anche ai contratti di solidarietà espansiva per favorire nuove assunzioni a fronte di una riduzione dell’orario di lavoro. In base all’introduzione della tracciabilità del buono di lavoro, mutuando la procedura già utilizzata per tracciare il lavoro intermittente, si prevede che gli imprenditori non agricoli o professionisti, che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio sono tenuti, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione di lavoro accessorio, a comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, con sms o email, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione.
Quanto al settore agricolo, le aziende committenti dovranno comunicare, nello stesso termine e con le stesse modalità dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione, ma con riferimento ad un arco temporale non superiore a 7 giorni. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione scatta una sanzione amministrativa da euro 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione. Inoltre trattandosi di violazione non sanabile a posteriori, non si applica la procedura di diffida.
No inoltre al limite di 2mila euro per la prestazione per i settore agricolo; un’altra modifica introdotta del decreto correttivo sui voucher esclude il settore agricolo dall’applicazione del tetto imposto ai committenti imprenditori in quanto l’utilizzo del lavoro accessorio in agricoltura è già soggetto, oltre al limite generale dei 7.000 euro per lavoratore, anche ad ulteriori limiti secondo i quali in agricoltura il lavoro accessorio è utilizzabile stagionalmente da parte di pensionati e studenti con meno di 25 anni o in qualunque periodo dell’anno se universitari e per le attività agricole presso piccoli produttori con un volume d’affari non superiore a 7.000 euro.
(Fonte Conquiste del lavoro)